L’analisi della scultura
la struttura esile si erge verticalmente, interrotta da una raggiera di spade ai lati che riporterà anche a un occhio non attento la sagoma familiare del’Uomo Vitruviano1 di Leonardo da Vinci richiamando pero allo stesso tempo anche il profilo della macchina della tortura dell’era d’inquisizione nota come “Vergine di Norimberga”2 : una sottile quanto terribile assonanza concettuale si insinua qui concedendo all’artista di accomunare le vittime di codesta macchina della tortura a quelle della deportazione nazi fascista. La “Vergine di Norimberga “strumento di tortura facilita il processo mentale di disumanizzazione e soppressione delle vittime in modo simbolico e pratico proteggendo chi tortura il quale chiudendo le vittime nella macchina fino a ucciderle non è tenuto a vederne l’aspetto più truce né lo strazio cosi com’è stato anche con la vittime della deportazione3 , chiuse e segregate in lontani e segreti campi di lavoro ponendo al riparo la società civile dell’epoca che non vedrà ne sentirà le urla di quelle vittime. Fu la medesima strategia attuata con ausilio degli strumenti e media culturali dell’epoca, agendo come la macchina di tortura agiva in età medievale: disumanizzare le vittime nascondendole prima e cancellandole fisicamente poi, dalla società non prima d’aver desensibilizzato sistematicamente quest’ultima.
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analisi della scultura
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L’Uomo vitruviano è un disegno di Leonardo da Vinci, databile al 1490 circa e conservato a Gallerie dell’Accademia di Venezia,a Gallerie dell’Accademia di Venezia. Celeberrima rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano, dimostra come esso possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure “perfette” del cerchio e del quadrato. ↩
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La vergine di Norimberga è una macchina di tortura inventata nel XIX secolo. La macchina consiste in una specie di armadio metallico a misura d’uomo e di forma vagamente femminile, più o meno grande a seconda dei casi, pieno di lunghi aculei che penetrano nella carne senza ledere organi vitali.Il condannato ipoteticamente veniva fatto entrare in questo “sarcofago” e, chiudendo le ante, veniva trafitto dai suddetti aculei in ogni zona del corpo, morendo lentamente tra atroci dolori. ↩
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La deportazione è il trasferimento coattivo di un individuo o un gruppo di individui poi obbligati a risiedere in un luogo diverso dal proprio dove vi vengono condotti con la forza.Nel XX secolo la deportazione è stata utilizzata come strumento per la perpetrazione di genocidi .A partire dal 1939, la Germania nazista operò numerose deportazioni ai danni di diversi gruppi etnici, religiosi e sociali; queste ebbero per effetto l’esecuzione di un genocidio di proporzioni senza precedenti, con diversi milioni di morti, noto come “Olocausto”. ↩